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Fave di Santorini

Tornata dalle vacanze, la mia collega Eleonora mi ha mostrato delle foto meravigliose di Santorini e mi ha portato una confezione delle fave dell’isola.
Assomigliano un po’ alle nostre cicerchie ma i chicchi sono minuti e proprio per questo non richiedono ammollo.
Inoltre sono segnalate tra i prodotti d’eccellenza del 2013 year of Gastronomy Santorini. Insomma un vero regalo. Ecco qui la ricetta ma prima guardiamo cosa dice di questo legume Dieta e Salute con gli alimenti vegetali, Tecniche Nuove 2012.

Fava: appartiene alla famiglia delle leguminose ha un alto contenuto proteico, pochi lipidi e più zuccheri semplici rispetto ad altre leguminose.

Tempo occorrente: 40 minuti
Ingredienti per 4 persone:

1 scodella di fave, (confezione da 400 gr)
4 scodelle di acqua
1 spicchio d’aglio
1 chiodo di garofano
1 cipolla rossa
2 foglie di alloro
12 capperi
basilico
olio extra-vergine d’oliva
Sale fino marino integrale
Pepe nero

In una padella mettere l’acqua, le fave, le foglie d’alloro, lo spicchio d’aglio sbucciato e steccato con il chiodo di garofano. Dopo l’ebollizione togliere la schiuma e far sobbollire per 30-45 minuti, finché assume una consistenza vellutata. Versare in un piatto di portata aggiungere capperi, cipolla olio d’oliva. Noi abbiamo aggiunto pepe e basilico.

Cose grandi in piccoli chicchi ci arrivano dalla Grecia e non solo da oggi…

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English Version

Back from holidays, my colleague Eleonora showed me her beautiful photos of Santorini and brought me a pack of fava beans of the island. They look a bit like our cicerchie but the grains are minute and for this reason do not require soaking.
They are also mentionned among the products of excellence in the 2013 year of Gastronomy Santorini. To make a long story short, it is a true gift. Here is the recipe but before going for it, let’s have a look to this legume through Dieta e Salute con gli alimenti vegetali, Techniche Nuove 2012.

Fava: it belongs to the legume family has a high content of protein, low in fat and simple sugars more than other legumes.

Time required: 40 minutes
Ingredients for 4 people:

1 bowl of beans, (Pack of 400 gr)
4 bowls of water
1 clove of garlic
1 clove
1 red onion
2 bay leaves
12 capers
basil
extra-virgin olive oil
Unrefined sea salt
black pepper

In a pan put the water, beans, bay leaves, garlic clove, peeled and fence with the clove. After boiling remove the foam and simmer for 30-45 minutes, until it assumes a velvety texture. Pour into a serving dish add capers, onion olive oil. We’ve added pepper and basil.

Big things in small grains come to us from Greece and not only since 2013 …

4 pensieri riguardo “Fave di Santorini

  • Marinella

    Fave e cipolle: favolose!!! Grazie per la gustosa ricettina 😉

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  • DICE CHE:

    a lungo condominio turco-veneziano, quest’isola è considerata la più bella dell’Egeo.

    Visto il suo nome latino, sant’Irene (ovvero sant’Erini), perchè non prendere questo gustoso piatto delle due Irene a simbolo del sito senza-senza? 🙂

    Rispondi
  • DICE ANCORA CHE:

    il piatto di Irene è una (inconsapevole?) versione di un’antichissima vivanda mediterranea, ancor’oggi presente nella tradizione gastronomica agrigentina, ed ancora chissà dove altro. La cucina della Roma antica lo conosceva altrettanto bene, col nome di macco di fave, che si è tramandato sino ai nostri tempi.

    A riprova della grande tradizione popolare di questo piatto ci piace citare la versione di Maestro Martino de’Rossi, il primo “chef” di cui la nostra cultura abbia notizia, originario della val di Blenio (attualmente svizzera, all’epoca parte del Ducato di Milano), passato al servizio del ghiottissimo Patriarca di Aquileia a Roma.

    Faticherete un poco a leggere l’italiano dell’epoca, ma tra la proposta senza-senza e la ricetta di Maestro Martino, nonostante gli abbondanti 550 anni trascorsi, i legami sono ancora robusti.

    Fava menata

    Togli de la fava franta, et nettala molto bene et lavala et ponila al focho. Et como leva un boglio gietta quella acqua, et mectivi tanta
    altra acqua che avanzi un dito sopra la fava, giongendovi etiamdio el sale necessario secundo la quantità. Et ponila a boglire sopra la brascia longi dal focho, et coprila, et lassala ben cocere et bene asciuchare, et dapoi menala molto bene in un mortaio. Et dapoi ritornala a scaldare in una pignatta. Et togli una cipolla tagliata menuta et ponila a frigere in una pignatta con un pocho di bono olio, et sia ben cotta et non arsa. Et togli una pocha di salvia et di fichi overo pomi et tagliale menute, et ponile ne l’olio con la ditta cipolla, et fa’ che scia caldo. Dapoi fa’ le menestre de la fava menata, et ponvi di sopra del ditto olio, et de le cose che sonno in esso, et gectavi etiamdio di sopra di bone spetie.
    [text digitalized by Valeria Romanelli – 2004 – University of Giessen – Germany]

    http://www.uni-giessen.de/gloning/tx/martino2.htm

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  • irenekitchen

    @farmacistagoloso: ma quante ne sai!!
    @Marinella: Grazie a Te!

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